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Assolutamente fantastico! Non trovo altri aggettivi per descrivere questo From The Purple Skies, un cd che mi ha costretto a correggere la mia top ten del 2004! I piacentini Wicked Minds sono autentici veterani della scena hard rock: le loro origini risalgono addirittura al 1987, anche se allepoca la band suonava un trash metal che nulla ha a che vedere con la musica che ci propongono adesso. In seguito i nostri hanno gradualmente modificato il proprio sound, anche a causa di alcuni cambi di line-up, e dopo svariati demo-tapes nel 1999 hanno esordito con Return To Uranus, un cd pregno di sonorità hard rock e psichedeliche tipicamente anni '70. Nel 2000 è entrato in formazione il bravissimo tastierista Paolo Apollo Negri (Link Quartet) e lanno scorso è stato assunto il frontman J.C., in modo da permettere al chitarrista e cantante Lucio Calegari di concentrarsi solamente sulla chitarra. Il risultato è questo From The Purple Skies, in tutto e per tutto un album degli anni '70! Dallartwork, visionario come certe copertine di Markus Keef, alle sonorità di organo hammond fino al sound della chitarra, carico di wah wah, questo cd è un autentico tributo al periodo più creativo e fertile della storia del rock. Parte la title-track, e subito si rimane affascianti da queste sonorità senza tempo: Apollo Negri suona come un novello Ken Hensley e il brano è unarrembante cavalcata in stile Look at yourself (Uriah Heep). La voce di J.C. mi ricorda vagamente quella di Rod Evans (primissimi Deep Purple, Captain Beyond); pregevolissimi anche i soli di chitarra e tastiere. Sulle stesse coordinate si muove la seguente, grandiosa The Elephant Stone, in cui i nostri dimostrano abilità anche nei cori, altra caratteristica che li avvicina agli Uriah Heep. Drifting è un gioiello di hard-prog a 24 carati impreziosito da alcuni interventi al flauto che rimandano a formazioni di culto come Gravy Train: un piccolo capolavoro! Across The Sunrise esordisce con sonorità dilatate, alla Pink Floyd, e si evolve in un intenso hard rock cadenzato, mentre la cover di Forever My Queen, dei Pentagram (lunico brano ancora cantato da Calegari), è risolta in maniera brillante e originale, anche grazie ad alcuni interventi spaziali del synth. Rising Above e Queen Of Violet sono altri due episodi di valore assoluto: blueseggiante la prima, più minacciosa e heavy la seconda. I 9 minuti delleterea Space Child sono in bilico tra hard e progressive, forse certi passaggi strumentali eccedono in lunghezza, ma la song è comunque validissima. La seconda cover del cd è lintramontabile Gypsy degli Uriah Heep, resa in maniera piuttosto fedele alloriginale. Infine troviamo i 18 minuti di Return To Uranus, che era già presente sul precedente cd ma in una versione diversa. Qui la band sfoggia tutto il suo campionario di meraviglie: cupi riffs di chitarra, ritmiche serrate, lunghe improvvisazioni strumentali, fino ad una seconda parte acustica su cui si alternano grandi evoluzioni tastieristiche, voli pindarici al flauto e un solo lisergico di Calegari che chiude alla grande il lavoro. Nel suo genere From The Purple Skies non ha rivali, ascoltare per credere. Si tratta di un acquisto obbligatorio non solo per gli appassionati dellhard anni 70, ma anche per tutti quelli che vogliono allargare i propri orizzonti musicali, ampliando la propria discoteca personale con un prodotto di incommensurabile valore! Recensione realizzata da Andrea Zazzarini |
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Vote: 8,5 |